La Ratio studiorum
A Messina i gesuiti si interrogarono su quale programma scolastico fosse migliore e per stabilirlo si avviarono una serie di sperimentazioni.
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Nel 1599 la ratio studiorum costituì il modello indiscusso cui fecero riferimento anche gli altri ordini religiosi. Disciplinava le centinaia di collegi gesuitici, dotandoli di un piano di studi e di regole uguali, era per così dire una scuola transazionale e la cui lingua era il latino.
La ratio studiorum era un ampio documento, articolato in trenta capitoli che definiva le regole che dovevano seguire i superiori, i professori e gli alunni, nonché orari, programmi, didattica e le norme di comportamento.
I gesuiti avevano un quarto voto, la diretta obbedienza al papa, che permetteva loro di non essere dipendenti dai vescovi. Non avevano suddiviso i territori in diocesi, ma in province.
Questa struttura era più agile di quella diocesana e consentiva grande mobilità e rapidità di azione all'ordine.
La struttura scolastica era piramidale e prefigurava quella che sarebbe stata assunta dallo stato.
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